Feb 27, 2014 News Commenti disabilitati su STORIA DEL VILLAGGIO AZZURRO DI GALATINA Prof. Francesco TUNDO
Nel 1945 il Ministero dell’esercito costruiva a Galatina un complesso di capannoni, otto blocchi in tutto, chiamato poi “le casermette”. Esse sorsero nella immediata periferia del paese sulla vecchia strada provinciale Galatina – Corigliano, un prolungamento di Via GORIZIA.
Tutto il territorio si estendeva per circa 220 mt. lineari confinanti sulla stessa strada provinciale con 17.478 mq. di superficie al catasto di Galatina Fg.95. Queste casermette vennero costruite per dare alloggio momentaneo a tutti i soldati reduci dall’Africa Orientale, Libia, Etiopia ecc. ecc. dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 quando i nostri gloriosi eserciti furono sconfitti dagli alleati. Questi fabbricati dislocati per assi perpendicolari e paralleli alla strada provinciale, avevano la capacità di alloggiare appunto i soldati rimpatriati dall’Africa Orientale. Queste casermette erano poi recintate da una rete metallica a maglie molto larghe che servivano solo a delimitare lo spazio delle stesse. Io ricordo ancora che ragazzino insieme ad altri amici partivamo dai Piani con i panieri pieni di fichi d’india e li portavamo a questi soldati in cambio di qualche sigaretta. Non entravamo nel recinto sebbene sempre aperto ma al di fuori del caseggiato e ricordo ancora la figura di questi soldati un po’ in disordine nella divisa con qualche bottone mancante un po’ sbrindellati ma soprattutto ricordo il loro viso triste e malinconico pensando certamente al loro incerto futuro, alle loro famiglie e ai loro cari lontani. Non si muovevano troppo dalle casermette, a Galatina non c’era niente da vedere tutto girava intorno ad una miseria nera siamo nel 43” dopo l’armistizio e in Italia si combatteva ancora la guerra partigiana per liberare il territorio nazionale dai tedeschi. Strade disastrate, ferrovie interrotte non c’era benzina e tutto era grigio e malinconico.
Intanto il tempo trascorreva monotono nelle casermette e all’aeroporto di Galatina incominciarono ad arrivare gli americani. Con gli americani si incominciò a gustare un po’ di miglioramento, molti galatinesi si riversarono subito all’aeroporto e incominciarono a fare amicizia con i soldati venuti d’oltre oceano. Con l’amicizia iniziò pure un po’ di commercio diciamo privato, sigarette, cioccolato, benzina gomme per le macchine ecc. insomma Galatina incominciò a respirare un’aria nuova anche perché gli americani avevano portato e travasato piano, piano un pò di modernismo e di vita molto diversa da quella che era stata la vita galatinese casa e campagna con immensi sacrifici a causa della guerra. La crisi più grave era il pane, tutto era tesserato 50 grammi di pane a testa per ogni componente famigliare e il più delle volte la razione veniva data solo ai grandi che andavano in campagna a lavorare. Passarono gli anni e le cose in Italia cominciarono a migliorare, le comunicazioni ferroviarie erano state ripristinate alla bene meglio, anche le strade conobbero un miglioramento e tutto sembrava avviarsi verso quel miracolo economico degli anni 68 – 70. Molti galatinesi emigrarono all’estero Francia, Svizzera, Germania, nelle miniere di carbone del Belgio e finanche l’Argentina richiese molti muratori. I nostri operai erano apprezzati e ricercati in tutto il mondo per la loro bravura e la capacità professionale. Ricordo che di fronte al Teatro Tartaro vi era l’ufficio di collocamento e fuori con grandi manifesti c’erano scritte le richieste di lavoro da parte dei paesi bisognosi di manodopera per la ricostruzione. Così molti Galatinesi un po’ per bisogno e un per spirito di avventura partirono in cerca di fortuna lasciando moglie e figli un po’ nell dolore e nella malinconia. Con la rimessa del denaro degli emigrati si incominciò a costruire la casetta che serviva poi a risparmiare l’affitto una volta rientrati in patria: furono lottizzate molte masserie dove sorsero casette a carattere intensivo senza molte pretese, sette metri di prospetto e un paio di stanzette in fila con un piccolo ortale. Nacque via Soleto, la zona 167, la borgata Nachi e così dicendo. Intanto tutto ciò poteva avvenire grazie ad un efficace strumento di pagamento “la cambiale”. Con la cambiale si comprava tutto, le prime cucine a gas, la prima mobilia, ferri da stiro e così via. Passò qualche anno e con il ripristino delle vie di comunicazione molti dei soldati alloggiati alle casermette raggiunsero i loro cari, altri si arruolarono nella Polizia di Stato e altri ancora trovarono lavoro presso l’aeroporto stesso Fortunato Casari siamo negli anni 1949 – 50.
A questo punto le casermette sarebbero state abbandonate al loro destino se non fosse intervenuto un fatto straordinario; a Lecce era sorto un grosso problema; dove sistemare la scuola A U C Scuola Allievi Ufficiali di Complemento. Nel passato questa scuola avevano trovato alloggio un po’ in sedi diverse parte anche nella caserma Pico ma era necessario alloggiare tutta la scuola in un’unica sede sia per ragioni di operatività che logistiche. Nella seduta del Senato della Repubblica n° xxix dell’8 Luglio 1948 Presidente Bonomi vice presidente Scoccimarro, viene presentato all’ordine del giorno proprio il problema della scuola A U C. di Lecce, il sottosegretario alla difesa On. Meda espone il problema di cui all’ord. del giorno e dopo alcune considerazioni si addiviene ad un accordo tra Ministero dell’Esercito e ministero dell’Aeronautica, in virtù del quale il ministero dell’Aeronautica cedeva al Ministero dell’Esercito le casermette di via Monteroni a Lecce e trasferiva tutte le famiglie dei militari alloggiati in quel complesso edilizio alle casermette di Galatina. Nasce così per caso a Galatina il Villaggio Azzurro. Giova tener presente che in quei tempi avere una casa di servizio significava non solo avere la certezza di un tetto gratuito ma vivere anche in un ambiente del tutto militare dove comportamenti e abitudini erano dettate da rigorosi rispetti reciproci.
Con l’arrivo di queste famiglia a Galatina tutto incominciò a muoversi, le famiglie dei militari erano quasi tutte del Nord Italia e avevano comportamenti e abitudini molto diverse rispetto alle donne galatinesi brune con folte chiome e con i visi bruciati dalla fatiche delle campagne. Le mogli e le figlie dei militari erano quasi tutte bionde molto ricercate nell’abbigliamento e con qualche atteggiamento più progressista rispetto alle Galatinesi. Riorganizzato il villaggio in una struttura civile incominciò anche un fervido rapporto amichevole con le famiglie galatinesi, feste da ballo, partite di bocce, la scherma, squadra di palla a volo, musica pop ecc. ecc, si travasava così sui galatinesi un modo di comportarsi diverso, diciamo più moderno rispetto al passato. Le mogli dei militari erano più spigliate con meno tabù femminili e questi comportamenti influirono molto sul carattere delle donne galatinesi.
Bisogna dire che il villaggio era fornito di un grande spaccio dove le donne potevano fare tutti gli acquisti necessari per la vita quotidiana per cui non era necessario venire a Galatina per fare la spesa. C’era poi anche un servizio di Bus che portava i bambini alle scuole. Tuttavia bisogna tener presente che tutta la vita del villaggio era considerata provvisoria in attesa di una vita migliore. Così passarono gli anni e molte cose cambiarono, i ragazzi del villaggio erano cresciuti, il benessere incominciava a dare i suoi effetti e la cambiale era diventata la regina del commercio. Anche le banche aprirono i cordoni dei loro depositi e cominciarono a concedere mutui a persone di una certa sicurezza economica. Molti si costituirono in cooperative edilizie ed ottennero mutui agevolati. Sorsero grandi complessi edilizi specialmente a Lecce dove la vita era diventata quasi frenetica. Così molte famiglie del villaggio azzurro di Galatina cominciarono a comprare casa e trasferirsi a Lecce, altri raggiunti i limiti di età andarono in pensione e raggiunsero i loro paesi di origine. A questo punto siamo arrivati piano, piano intorno agli anni settanta e delle cinquanta famiglie, circa del villaggio azzurro non era rimasta più nessuna, erano emigrate verso altre destinazioni, ed il glorioso e ameno villaggio rimase abbandonato a se stesso. Non passò molto tempo e questi alloggi divennero meta dei vandali dove trovavano ospitalità vagabondi, drogati pregiudicati ecc. ecc. Il tempo e l’abbandono fece il resto tutto incominciò ad invecchiare, l’erba prese subito possesso dei luoghi che un tempo erano stati gioia di festini ed allegra compagnia. L’acqua cominciò ad infiltrarsi dai tetti e con l’abbandono i fabbricati divennero anche pericolosi. Iniziarono i grandi reclami del vicinato, prima all’Aeronautica militare e poi al Comune di Galatina il quale sentendosi responsabile decise con l’amministrazione Antonica di murare ogni via di accesso ai fabbricati. Furono murate le finestre e le porte ed ogni altro accesso alle vecchie abitazioni. Il viandante che passava nei pressi del vecchio villaggio provava un senso di angoscia e di tristezza nel pensare che quel complesso una volta era stato un luogo di gioia e di divertimento per molte famiglie.
Intanto l’Amministrazione di Galatina cominciò a prendere coscienza di questo territorio e pensò ad una sua riqualificazione, sorsero molte associazioni che fecero proposte per la destinazione di questo territorio. Ormai i fabbricati erano cadenti e bisognava considerare il loro abbattimento per dare realizzazione a nuovi progetti.
Da tempo il Comune di Galatina aveva manifestato interesse ad acquisire questo territorio per realizzare un progetto di pubblica utilità. Si prese contatto con l’agenzia del demanio di Bari ma dopo infruttuose trattative l’Agenzia del demanio pose in vendita il villaggio azzurro senza peraltro riuscire ad alienarlo. Con delibera C.C. n°38 del 31.07-2008 si decise di esercitare il diritto di prelazione qualora tutto il complesso fosse stato di nuovo messo all’asta. Intanto l’Agenzia del demanio con nota n° 21720 del 31-05-2010 al comune di Galatina fece sapere che il termine ultimo per la compravendita del villaggio sarebbe scaduta il 30-06 del 2010, dopo tale termine l’agenzia avrebbe messo in vendita l’intero immobile.
Nel frattempo era nata la proposta di legge sul federalismo fiscale e demaniale, il comune di Galatina speranzoso sull’approvazione di tale legge temporeggiò sull’acquisto sperando che proprio con questa legge sarebbe entrato in possesso gratuitamente di tutto il complesso.
Negli ultimi tempi molte trattative sono state prese da parte del Comune di Galatina con l’Agenzia del demanio, ANCHE L’ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI di Lecce ha offerto il suo contributo per la riqualificazione del territorio, molte associazioni hanno inviato al comune i loro progetti ma come dicevano gli antichi romani “TOT CAPITA TOT SENTENTIA”.
Questa è la breve storia del villaggio azzurro di Galatina raccontato per sommi capi senza citare molte date e molte delibere rimanendo nell’essenziale per non annoiare il curioso che non essendo stato testimone vivente di quei tempi vuol conoscere quel breve tratto di storia del Villaggio Azzurro che certamente determinò in parte usi e costumi dei Galatinesi.
P.S.
Tutte le notizie sono state ricavate dall’archivio storico del Comune di Galatina.
Archivio storico Senato della Repubblica Italiana.
Tutti i diritti riservati.
Prof. Francesco TUNDO
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