Nel suggestivo scenario di Piazza San Pietro, giovedì 09 aprile 2015, undici giovani ufficiali hanno concluso un lungo e difficoltoso percorso, vedendosi appuntare sul petto, l’aquila turrita che rappresenta l’icona del Pilota Militare.
La nostra Sezione, presente e partecipe, ha avuto la possibilità di intervistare per la rubrica del nostro sito “Gazzettino Azzurro”, il Colonnello Paolo Tarantino Comandante del 61° Stormo e il Generale di S.A. Franco Girardi comandante delle scuole, nella sede dello storico Palazzo Baldi di Galatina.
Sofia Palmieri, studentessa del liceo classico P. Colonna di Galatina e Alessandro Scalese, studente di scuola media presso la G. Pascoli di Galatina,entrambi membri della redazione, hanno rivolto delle domande al Comandante del 61° Stormo Col. Tarantino e al Generale di S.A. Franco Girardi comandante delle scuole, immortalati dalle foto scattate dallo studente Gianni Notaro del Tecnico Commerciale di Galatina che ha sapientemente colto ogni momento della cerimonia.
Domanda Sofia Palmieri:
“Questa sera undici ragazzi hanno appuntato sulle loro uniformi l’aquila turrita, simbolo ed emblema del pilota militare, il loro è un percorso che ha richiesto molto impegno, caratterizzato da difficoltà e rinunce e da grande impegno nello studio. Cosa augura a tutti coloro i quali vorrebbero intraprendere lo stesso percorso e quali saranno le prossime difficoltà che questi neo piloti si troveranno ad affrontare?”
Risposta del Col. Tarantino.
“Oggi hanno fatto un passo importante, per certi aspetti molto piccolo, nel senso che continueranno a rimanere agganciati per la maggior parte al comando delle scuole, per una continua evoluzione addestrativa che consentirà loro di salire su un aeroplano operativo, passaggi che avverranno anche in altre strutture istruzionali. Gli aspetta una vita straordinaria, una possibilità a mio parere incredibile.
Mi vengono in mente le parole di mio padre, quando davanti a mia madre poco convinta all’idea che io volessi fare il pilota, (lei infatti avrebbe voluto che io seguissi le orme di mio padre che ha dedicato tutta la vita alla medicina e al trapianto), mi disse di non essere interessato a quale fosse il lavoro che io potessi scegliere, ma mi augurava semplicemente di fare come lui, ovvero scegliere un lavoro solo per la passione di farlo.
Questi ragazzi sono nella medesima condizione, poiché se hanno superato l’accademia, se hanno superato la selezione al volo, se hanno superato l’addestramento basico e quello avanzato e sono diventati piloti militari, vuol dire che alla base di tutto c’è una forte passione al volo. Adesso gli aspetta una vita piena di asticelle da superare, spesso con difficoltà crescenti, una vita che li costringerà a muoversi in continuazione, non esistono piloti in aeronautica che rimangono più di tanto fermi nello stesso posto, una vita di sacrificio anche per le loro famiglie, però una vita sicuramente straordinaria, che gli farà vedere mondi che adesso non conoscono e stringere nuove e importanti relazioni.
Quello che gli auguro, lo auguro veramente con tutto il cuore, è di non provare mai la sensazione guardandosi indietro, di accorgersi che avrebbero potuto schiacciare sull’acceleratore, concentrarsi di più, lavorare maggiormente, studiare di più e dedicarsi di più, ed accorgersi di non averlo fatto. Se manterranno l’impegno che hanno sostenuto fino adesso, non accadrà, ed avranno la possibilità di godersi una vita incredibile come quella che MAMMA AERONAUTICA offre a tutti i suoi figli.
Domanda di Alessandro Scalese:
“La consegna delle aquile per gi allievi è un piccolo ma grande passo, volevo sapere però cosa rappresenta per voi il conseguimento di questo risultato.”
Risposta del Generale Girardi:
“Durante la cerimonia ero più serio, anche più emozionato, perché rivivo lo stesso momento, quando quarant’anni fa ricevetti la mia aquila.
Il comandante, anche lui, più serio perché sente la responsabilità, ma molto orgoglioso, come gli istruttori che li hanno visti arrivare, speranzosi di raggiungere il loro sogno e li vedono partire Piloti Militari.
Ciò è frutto del loro lavoro, li hanno plasmati e li hanno formati instaurando con gli allievi un rapporto e un legame profondo.
Appuntare l’aquila turrita sulla loro uniforme, dandogli una pacca sulla spalla o una botta sul petto è la dimostrazione di una grandissima soddisfazione.”
Di seguito il video e le foto dell’evento:
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